
A volte è vero: meno può davvero essere di più.
Country di Keith Jarrett è un capolavoro di semplicità e profondità emotiva.
Una melodia gentile, che scorre come un ruscello calmo tra i ricordi, sostenuta da armonie minimali che non hanno bisogno di stupire per colpire nel segno.
È musica che non urla, ma sussurra, e proprio per questo arriva dritta al cuore.
Ascoltarla è come ricevere un abbraccio silenzioso, un gesto intimo che avvolge di tenerezza.
C’è qualcosa in quelle note che parla di spazi aperti, di luce dorata al tramonto, di una nostalgia lieve e dolce. Un senso di pace interiore, di ritorno a qualcosa di essenziale e autentico, che oggi sembra quasi dimenticato.
È una carezza fatta suono, limpida e sincera.
Credo che molti ascoltatori di Radio Uno lo ricorderanno bene, perché era utilizzato come brano riempitivo fra un programma e l’altro, e per svariati anni.
Una scelta particolare, in luogo del solito jingle personalizzato, ma sicuramente molto piacevole.
La foto del titolo è di Olivier Bruchez, con licenza CC BY-SA 2.0