Suono Puro

Questa pagina nasce da alcune richieste che ho ricevuto, da parte di chi mi conosce e condivide la mia passione per l’ascolto consapevole. Ho deciso quindi di raccontare un po’ del mio percorso, fatto di esperimenti, piccoli progetti e tante ore d’ascolto, sempre alla ricerca di un suono che emozioni davvero.

La musica merita di essere ascoltata nel modo più autentico possibile. Non come sottofondo distratto, né come semplice colonna sonora della quotidianità. La musica, quella vera, quella che vibra dentro, chiede rispetto. E per chi la ama davvero, il modo in cui viene riprodotta fa tutta la differenza del mondo.

Negli anni, il progresso tecnologico ha rivoluzionato il nostro modo di accedere alla musica, ma non sempre in meglio. L’epoca degli MP3, specialmente quelli a bitrate ridicoli, ha segnato una regressione rispetto all’esperienza d’ascolto offerta dagli impianti stereo degli anni ’80 e ’90. Quelli che si trovavano in tante case, magari ereditati da un genitore appassionato, o acquistati con orgoglio a rate. Erano macchine con un’anima, capaci di riempire la stanza – e spesso anche il cuore – con un suono caldo, avvolgente, tridimensionale.

Oggi l’alta fedeltà (Hi-Fi) è diventata quasi un culto di pochi, spesso distorto da marketing esoterico e da prezzi fuori misura. C’è un mondo di audiofili che inseguono cavi placcati in oro e accessori improbabili, dimenticando che l’essenziale risiede altrove. Un cavo in rame da 4 mm², ad esempio, non cambia miracolosamente le sue proprietà acustiche se lo sposti da un impianto elettrico a uno stereo: è ancora rame, con la stessa conduttività e lo stesso buon senso.

La mia filosofia personale è quella di un approccio concreto, appassionato, curioso. Cerco il miglior equilibrio possibile tra qualità audio e sostenibilità economica, preferendo soluzioni intelligenti a investimenti folli.

Prediligo, ad esempio, l’ascolto in cuffia, che è per me un rituale intimo, ed uso principalmente la mia fidata AKG 141 MK1, che mi accompagna da oltre vent’anni. Un modello affascinante, dal suono trasparente, con un’impedenza di 600 ohm che esige un amplificatore all’altezza. Eppure, non serve svuotare il portafoglio per ottenere buoni risultati: io ho un Esinyc (ic HT97220), dal costo inferiore ai 25€, con Bluetooth, batteria integrata e una pressione sonora sorprendente, che riesce a spingerle con grande generosità: a volte, il minimalismo premia.

Per l’ascolto tradizionale, invece, il mio impianto vintage è come una vecchia amica: affidabile, nostalgica, sorprendentemente attuale. Il cuore del sistema è un giradischi Thorens TD115, abbinato a un amplificatore Yamaha A-550. Ai lati, due casse Polk Audio Signature Elite ES20, moderne ma dal carattere deciso. E poi c’è la “sorgente liquida”, ovvero la mia collezione di LP digitalizzata in formato FLAC: un ponte tra ieri e oggi, che mi permette di ascoltare tutto il mio mondo musicale con un clic – ma senza compromessi sulla qualità.

Il mio background in ingegneria elettronica mi ha sempre spinta a sperimentare, a cercare soluzioni personali, anche fuori dagli schemi. Alla fine l’esplorazione mi ha portato ad una soluzione stabile: software piCorePlayer ed hardware Raspberry Pi e HiFi-Berry. E’ un progetto alla portata di chiunque abbia un minimo di manualità e voglia di divertirsi. Non servono competenze specialistiche né strumenti sofisticati: bastano curiosità e pazienza. piCorePlayer è autosufficiente, ed è in grado di funzionare sia da player che da server, o di collegarsi – come nel mio caso – ad un server LMS esistente. Tutto open source, che non richiede nemmeno una interfaccia fisica perché può essere comodamente comandato via web o app per dispositivi mobili. E vuoi mettere la soddisfazione di ascoltare la propria musica attraverso qualcosa che si è costruito con le proprie mani? è impagabile.

Ho aggiunto di recente una seconda postazione per cui ho scelto qualcosa di semplice, economico, ma efficace: un amplificatore Fosi Audio BT10A – in classe D – e un paio di Lonpoo LP42, casse che suonano già bene in relazione al prezzo, ma che è facile migliorare sostituendo il condensatore di taglio del tweeter con dei crossover. Il tutto a un prezzo ben più basso di molte soluzioni “tutto in uno” oggi in commercio, che promettono molto ma offrono poco.

In fondo, credo che ascoltare bene non sia una questione di denaro, ma di attenzione, amore e consapevolezza. Non serve rincorrere l’ultimo gadget alla moda. Basta fermarsi, ascoltare davvero, e costruire il proprio mondo sonoro con passione.

Perché la musica – quella vera – lo merita.

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