Vivere nel buio

Ci sono notti che non chiedono nulla.
Solo di esserci, di restare immobili nel buio,
e lasciare che il silenzio ci riporti a casa.


Amo la notte
quando stende il suo manto scuro.
È allora che torno a me stessa
senza sforzo, senza maschere.
Il silenzio diventa un rifugio,
il buo la mia tana,
e nella sospensione del dormiveglia
sento la mente finalmente sciogliersi,
farsi lieve, libera,
come se il mondo finalmente
smettesse di chiedermi qualcosa.

Nel buio non devo fingere.
Non devo essere forte,
Non devo sempre sorridere.
Posso solo restare così, quieta,
dentro un pensiero che non ha più bisogno di parole.
Libera.

Poi arriva il mattino.
La luce filtra, insistente, e io la lascio entrare.
Apro gli occhi e richiudo me stessa,
come si chiude un segreto in fondo al mare.
Infilo le pantofole, mi alzo,
e con quel gesto semplice rimetto al mondo la mia forma quotidiana.
L’altra, quella che respira solo nella notte, la custodisco in silenzio,
in una cassaforte blindata,
sepolta nella parte più profonda di me.

La vita è un dolore sordo che mi accompagna,
segreto, non gridato, ma presente.
Scorre sotto la pelle, come una corrente che non si arresta mai.
Eppure, nonostante tutto, resto.
Un giorno dopo l’altro.
Attraverso i miei chiaroscuri, i miei piccoli abissi,
sapendo che la felicità è solo un miraggio lontano,
un faro che intravedi nella nebbia della vita,
un lumicino nel buio, appena impercettibile…
ma abbastanza luminoso da non farmi smettere di camminare.


Sono convinta che la vera pace non sia l’assenza di dolore,
ma la dolcezza di saperlo attraversare
senza smettere di essere sé stesse.

L’immagine del titolo è di Unsplash

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