Per una giornata uggiosa

Giornata uggiosa, e cosa c’è di meglio di buona musica, come Explorations di Bill Evans?

#Nardis“, un brano di Miles #Davis, è perfetto per una delle prime vere giornate di questo autunno, e si distingue per la sua eleganza e per l’equilibrio tra improvvisazione e spazio sonoro.

Evans utilizza i silenzi e le pause con maestria, creando un senso di introspezione e di profondità emotiva che ben si sposa con la giornata di pioggia. Il dialogo tra gli strumenti è fluido, quasi come una conversazione sommessa, lasciando al pianoforte lo spazio per esprimere sfumature sottili e melodiche.

Bill Evans non ci invita a seguirlo: ci invita a perderci.
Non c’è una meta, nessun approdo sicuro. C’è un sentiero che si apre nota dopo nota, come una conversazione tra anime che si ascoltano più di quanto parlino.

Il trio con Scott LaFaro al contrabbasso e Paul Motian alla batteria è qui in una forma rara: non come sezione ritmica e solista, ma come entità fluida, un organismo a tre cuori. Ogni battito ha il suo spazio, ogni silenzio ha peso. LaFaro è libero come un pensiero che si insinua tra le pieghe del piano, e Motian… lui respira più che suonare: è tempo che fluttua.

Evans tocca il pianoforte con la gentilezza di chi sa che la musica è un ospite fragile. I suoi voicings sono acquarelli sospesi: terze aggiunte, quinte lasciate aperte, tensioni che non esplodono, ma suggeriscono.

Non è un disco che dice. È un disco che chiede.
E nel suo domandare, ti somiglia.

Una registrazione che ha giusto la mia età…

L’immagine è di Samdani.srabon da Wikipedia, licenza CC BY-SA 4.0

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *